Diario di un coach

Cari lettori, oggi mi dilungo un po’ perché voglio parlarvi di uno dei miei atleti: Alessandro Becchi.

La mia “carriera” da allenatrice è iniziata lo scorso anno e con gran fatica direi. A livello di esperienza sicuramente io sono la più carente al campo: innanzitutto io provengo dal settore lanci (e non salti o velocità di cui mi occupo) e in secondo luogo non ho avuto alcun mentore che mi potesse indicare la strada giusta da percorrere.

Però ce la sto mettendo tutta coi miei ragazzi, perché per me meritano il meglio… 12182818_1309374845755293_4868746375141252639_o

Alle volte tuttavia, per via del mio carattere, mi chiedo se faccio la cosa giusta, se è abbastanza il lavoro che compio e questo perché cerco sempre di confrontarmi con un grande allenatore che era Marco Carrè, dal quale traggo tutt’oggi ispirazione; spesso penso che se ci fosse stato lui con questi giovani atleti avrebbero ottenuto risultati migliori.

Ma Marco credeva nel mio operato e mi diceva che avevo una bella mente. E quindi io vado avanti.

Allenare è una delle più belle esperienze che sto vivendo. Per ora sono agli inizi e solo da poco sono salita sul primo gradino di questa scala, certificandomi con il massimo dei voti come istruttore di atletica leggera; non appena sarà possibile andrò avanti specializzandomi sui salti, che mi intrigano molto.

A questi ragazzi devo molto: mi permettono ogni giorno di confrontarmi con me stessa, mi tirano su di morale quando la giornata non è andata bene e cosa più importante mi stanno aiutando in questa “sfida”.

L’impegno che ogni volta mettono in allenamento, la fiducia e i sorrisi che mi regalano giorno per giorno sono una cosa meravigliosa.

E poi ogni tanto ci sono anche quei risultati che ti fanno sperare e ti fanno dire: “Sì, è stata la mossa giusta; siamo sulla strada giusta!”.

Ed è quello che mi ha fatto pensare ieri Alessandro Becchi ai Campionati regionali universitari open, svoltesi al Giuriati di Milano.

Purtroppo quest’anno ho avuto grosse difficoltà: il salto in alto è uno dei salti più tecnici e con gli impegni universitari non ho potuto allenare come avrei voluto.

Per di più ieri la giornata non prometteva bene per via della pioggia e delle misure di gara un po’ azzardate.

Ale lo scorso anno ha fatto 1.65m di personale, perciò ho sperato che i giudici lo facessero partire da almeno 1.50m. Ma ovviamente così non è stato: 1.60m, 1.70m, 1.80m, 185m, 1.89m e 1.92m erano le misure di gara.

Ed ecco che inizia la gara: primo salto 1.60m; poi il secondo a 1.70m che al secondo tentativo va! Personale e solo gioia, mia e di Ale. Ed è subito grinta! Il personale è arrivato finalmente (ed anche Record Sociale!), ma anche se non abbiamo mai superato al campo quel 1.70m, noi proviamo anche l’1.80m. Tre tentativi e tutt’e tre nulli: un vero peccato; forse una via di mezzo sarebbe stata per noi perfetta. Il secondo posto comunque è tutto suo!

Ma la strada è così lunga (ed anche tortuosa); questa gara vista da vicino, con calma e con atleti con cui poter confrontare Alessandro, mi ha permesso di capire quali sono alcuni errori che abbiamo compiuto e quali saranno le prossime mosse per correggerli. E noi ci riproveremo!

Infine, in primo luogo, vorrei ringraziare Alessandro per avermi ridato speranza in un momento in cui ne avevo bisogno e in secondo luogo i suoi genitori che mi hanno dato fiducia, lasciandomi il loro “bambino” ormai cresciuto nelle mie mani.

Vorrei anche ringraziare Samuele Caputo e alessandro Lanteri, che anche se non hanno partecipato a nessuna gara ieri,  in questi quasi 2 anni si sono affidati a me!

Quindi grazie, grazie e ancora grazie! Il mio impegno sarà sempre al massimo per voi! Forza ragazzi, vi voglio bene!

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