Passare alla storia per non aver vinto un’olimpiade. L’atletica è anche questo ed è il bello del nostro sport sapere che un’impresa può essere tale anche senza la conquista di un titolo o il superamento di un record. Ciò che fa la differenza è lo spirito con cui si affronta la prova. Così è stato per Dorando Pietri. Ma per capirlo dobbiamo fare un tuffo nel passato, tornando indietro di oltre un secolo, all’inizio del 1900.
A quei tempi correre significava praticare il ciclismo: la corsa “a piedi” era considerata quasi un’attività per folli. In una società in cui la gran parte della popolazione faticava a campare, era impensabile che al termine di una giornata di lavoro, magari raggiunto dopo chilometri di cammino, qualcuno potesse andare a sprecare le poche energie che gli restavano facendo sport. Non la pensava così Dorando Pietri, un giovane nato a Correggio (in provincia di Reggio Emilia) nel 1885, che di mestiere faceva il pasticcere a Carpi, città in cui si era trasferito con la famiglia fin da piccolo. Nel tempo libero lontano da biscotti e crostate si dedicava alla bicicletta, ma amava anche la corsa come la intendiamo noi. Così nel 1903, a diciotto anni, si iscrive alla società sportiva La Patria.
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Grazie Lele per questi racconti! E’ sempre emozionante leggere di grandi imprese sportive, ma soprattutto di grandi uomini e donne di sport (anche lo zio Verdini nel suo piccolo ce l’ha messa tutta!).
Grazie Lele per queste pillole di cultura controcorrente.