Una giornata così non la si dimentica facilmente

Chiodi del 12, del 15 o torniamo a casa?

La scelta, ieri mattina ad Arcisate, seconda prova dei Campionati di Società di corsa campestre e valida come Campionato Regionale individuale, non era delle più facili.

Non tanto per la lunghezza dei chiodi, quanto per la concreta possibilità di evitare geloni a mani e piedi. Che ci aspettasse la neve lo sapevamo da giorni, che fosse accompagnata da un forte vento gelido un po’ meno.

Accampati come profughi all’interno di un fienile trasformato per l’occasione in una sorta di presepe post-moderno con tanto di paglia, trattorone e pannocchie, sul quale veleggiava il nostro gagliardetto a mo’ di stella cometa per i viandanti che, di tanto in tanto, ospitavamo per ripararsi un po’ dal vento e dalla neve, abbiamo aspettato pazientemente il nostro turno per buttarci nella bufera e fare il nostro dovere. Un rito, quello dei chiodi, che i più piccoli cominciano ad assaporare osservando con curiosità i più grandi smanettare con chiavette strane per poi allontanarsi verso la partenza accompagnati dai tricchettracche dei chiodi sull’asfalto.

Sono stati proprio i ragazzi ad aprire le danze, ad onor del vero quelli che si sono lamentati meno, come se per loro il freddo fosse solo un’opinione. Sono stati i primi a battere il sentiero, a dargli una forma concreta che andasse oltre alle tradizionali fettucce (bianche pure loro!) che delimitano il percorso, sono stati i primi a ritornare in stalla fradici e paonazzi: tuta-giacca a vento-due alitate calde sulle mani e fuori manco fosse ferragosto. Con tanti saluti all’Orso Siberiano.

Con i cadetti e gli junior la faccenda si fa più interessante, c’è il dilemma chiodi da risolvere e le distanze diventano più impegnative. Il tracciato è bello e duro, con continui saliscendi e cambi di ritmo, la neve a tratti compatta, a tratti fresca o paltosa, lo rende davvero difficile. Ma stiamo parlando di campestre e va bene che sia così, come nella migliore tradizione del cross country. Il fienile si svuota di atleti che vanno in missione e poco dopo si riempie degli stessi eroi che tornano dalla battaglia; fioccano i commenti e le pacche sulla schiena, qualcuno ha rovinato la permanente e qualcun’altro non riesce a slacciarsi le scarpe da solo, non bastano più un paio di alitate a scaldare le mani e le gambe viola la dicono lunga su quello che succede là fuori. Intanto nell’aria comincia a diffondersi un profumo che è il preludio delle gare che stanno per arrivare…

Come tutti sanno, noi pseudo-atleti di mezza età viviamo di ricordi e consuetudini che rappresentano rassicuranti certezze. Da un pezzo non abbiamo più il problema dei chiodi, anni fa abbiamo montato il 18 e adesso che, gara dopo gara, sono diventati del 12 vanno benissimo. Dalle borse spuntano tubetti e vasetti e l’aria si riempie di quell’inconfondibile aroma di canfora che fa tanto tapasciata di periferia e ti catapulta indietro di trent’anni. Per nulla al mondo rinunceremmo ai nostri miti, l’olio canforato è uno di questi. Soprattutto oggi che ci viene data la possibilità di competere con atleti con la A maiuscola. A dire il vero sono loro che competono, noi ci difendiamo voltandoci ogni tanto nella speranza di scorgere qualcun’altro arrancare dietro di noi e alla fine portiamo a casa il nostro onesto risultato da master irriducibile.

E’ fatta, smontiamo il presepe e ce ne andiamo. E’ stata una giornata impegnativa, non solo per noi che abbiamo corso, ma anche e soprattutto per i soliti instancabili che si smazzano tutto l’onere dell’organizzazione senza colpo ferire.

Tornando alla macchina, faccio in tempo a vedere l’arrivo di una delle categorie esordienti, il pensiero va a Lissone e il dubbio che bambini così piccoli debbano affrontare condizioni così estreme mi viene. Mi piace pensare che siano loro a volerlo, e anche se incrocio piccoletti piangenti e semicongelati tiro dritto, con lo speaker infoiato che urlava a squarciagola ai bambini che una giornata così non se la sarebbero dimenticata mai. Davvero.

Ciao a tutti e alla prossima.

Alessandro

P.S.: un ringraziamento particolare va ai genitori, senza i quali, come si suol dire, la buona riuscita della giornata non sarebbe stata possibile!

Come al solito, per i contenuti più squisitamente tecnici rimando alle classifiche che sicuramente saranno già presenti da qualche parte sul sito.

Classifica individuale

Classifica di Società

Foto

One thought on “Una giornata così non la si dimentica facilmente”

  1. Che dire, non ho niente da aggiungere: bravi tutti quelli che sono andati a <LISSONE-BERGAMO-ARCISATE-ANCONA> eravamo sparsi un po’ in giro

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