Ciao Franco, innanzi tutto, vogliamo sapere come stai?
In perfetta forma, anche se dalle foto della gara vedo che è ancora un poco sferica (ma ci sto lavorando)
Un’ottima gara quella del trofeo Invernizzi, quali sono state le tue sensazioni?
Piacevoli e confortanti perchè ti dirò che in parte mi sono stupito della tenuta alla distanza. E in verità non ho sentito minimamente la tensione della competizione
Cosa ti ha portato a voler tornare in gara?
La voglia di provare a me stesso che a cinquant’anni puoi ricominciare una nuova avventura e che la corsa è stato il mio primo amore (ben 37 anni fa) e come ben sai il primo amore non si scorda mai.
A cosa hai pensato in questi 7 km di competizione?
Che avevo al fianco persone con la mia stessa passione e amici che vivono lo sport solo per il piacere di praticarlo. A proposito non mi ha mai sfiorato il pensiero di fermarmi o di domandarmi “ma chi me l’ha fatto fa?”
Sei soddisfatto del risultato?
Di più sono incredulo, veramente non credevo di riuscire a correre così regolare e di non cedere nella parte in salita (da sempre, anche quando potevo essere definito atleta, mio tallone d’Achille). Se proprio vuoi il pelo nell’uovo mi rammarico di non aver provato a chiudere più forte il finale quando, magari con più “palle”, avrei potuto guadagnare un paio di posizioni.
Ed ora la domanda che tutti si fanno: hai intenzione di continuare a gareggiare? A quando la tua prossima competizione?
L’appetito vien mangiando…! Sicuramente, dopo questo ritorno, devo riflettere su che genere d’impegno orientarmi. Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione, sia tecnici che gestionali (lavoro, famiglia etc.). In questo momento c’è tanto entusiasmo e l’idea di insistere mi solletica molto. A quando la prossima gara non so ancora, ma ti prometto che sarai il primo a saperlo.
Un messaggio ai tuoi “avversari”, se ce ne sono…
Avversari no; li definirei piuttosto compagni d’avventura e il messaggio è sempre quello:”Guardatevi le spalle… sto arrivando!!! “.
Svelaci un segreto, è più divertente fare l’allenatore o l’atleta?
Soffri meno a fare l’atleta, hai meno pressione. Di contro allenare e vedere i nostri giovani fare sport (indipendentemente dai risultati), mi riempie di gioia e mi fa sentire sempre “utile”. E poi a lavorare con loro rimango un po’ “giovane” anch’io.
Un messaggio ai tuoi atleti…
Avete dentro di voi un seme grande che è la passione per lo sport e l’atletica leggera, coltivatelo e vedrete che avrete frutti gustosi per tutta la vita (questo è il messaggio filosofico). Vi stimo fratelli (questo è il messaggio subliminale).
Hai la possibilità di fare un saluto…
A te, che sembri me alla tua età, e che vivi con entusiasmo questo impegno con i ragazzi che alleni. Continua così e vedrai (me lo insegna l’esperienza e qualche capello grigio in più) che le soddisfazioni non mancheranno… mai.