E’ morto Pietro Mennea. La terribile notizia è stata diffusa dai familiari questa mattina, ed è giunta alla Federazione attraverso il presidente, Alfio Giomi, a sua volta informato dai vertici del CONI. Il campione olimpico dei 200 metri di Mosca 1980, come si è appreso successivamente, era ammalato da qualche tempo, ed è spirato a Roma. L’atletica italiana, nel pieno di una profonda commozione, esprime pubblicamente il proprio cordoglio, per la morte di uno degli uomini che più hanno saputo onorarla, raggiungendo successi sportivi, vette di popolarità ed ammirazione in tutto il mondo, come pochi altri nella storia dello sport italiano.
Pietro Mennea era nato a Barletta, il 28 giugno del 1952, e si era messo in luce giovanissimo, conquistando, a soli 20 anni, il bronzo olimpico dei 200 metri ai Giochi di Monaco 1972. Sarebbe stata la prima di ben cinque partecipazioni ai Giochi, culminate con il trionfo di Mosca 1980, vittoria che era giunta meno di un anno dopo l’ottenimento di un altro straordinario traguardo, il primato del mondo del mezzo giro di pista, il 19.72 realizzato a Città del Messico, il 12 settembre 1979. Infine le pagine che descrivono i suoi successi, come quelle, memorabili, dei Campionati Europei di Praga 1978, quando vinse 100 e 200 metri, e diede una mano ad entrambe le staffette, completando la bellezza di 10 gare in sei giorni di campionato. Ma anche gli Europei di Roma 1974, oro sui 200 metri (il primo successo importante assoluto), o il bronzo ai Mondiali del 1983, al primo dei suoi “ritorni”. Sintetizzare in poche righe cosa abbia significato per lo sport italiano la favola della “freccia del sud” (il suo soprannome più riconosciuto) è impossibile. In questo momento, prevale il dolore, la commozione. L’atletica piange uno dei suoi figli prediletti.
Fidal Nazionale